Perché dovremmo preoccuparci dell’inquinamento acustico sottomarino?

Negli ultimi 30 anni, un gran numero di ricerche scientifiche ha dimostrato che l’inquinamento acustico sottomarino nuoce alla fauna e agli ecosistemi marini. Di conseguenza, la Strategia per l’Ambiente Marino della Commissione Europea ha riconosciuto il rumore come una delle forme di energia che deve essere mantenuta a un livello non dannoso per la fauna.

Nonostante negli ultimi decenni le conoscenze scientifiche sugli effetti del rumore sulla fauna selvatica siano aumentate considerevolmente, è ancora necessario migliorare i metodi e perfezionare le aree chiave di ricerca.

  • Ancora non abbiamo informazioni sufficienti riguardo molte specie e habitat; molte aree geografiche sono inesplorate da questo punto di vista e solo pochi studi hanno preso in considerazione ampie scale temporali (stagionali o pluriennali) e spaziali (paesaggi).
  • Molti disegni sperimentali non considerano i livelli di esposizione al rumore o non riferiscono delle possibili limitazioni dovute agli strumenti di registrazione e alle procedure di misurazione.
  • Ulteriori studi si rendono necessari per studiare il gradiente di esposizione al rumore piuttosto che il confronto tra condizioni di quiete e condizione di forte rumore. Un disegno che implementi il concetto di gradiente fornisce indicazioni sui livelli di rumore per i quali si scatena una risposta e come questa risposta cambia all’incremento di tali livelli (Shannon et al. 2015).
  • Gli effetti di interazione tra il rumore e altri fattori di stress (degrado dell’habitat, cambiamenti climatici, sfruttamento delle risorse nutritive) restano totalmente sconosciuti. 
  • Infine, non abbiamo informazioni circa l’efficacia delle misure di mitigazione e recupero da esposizione al rumore cronico, come ad esempio quello dovuto al traffico marittimo.

I ricercatori di MareTerra ERC sono impegnati in progetti che, a vari livelli, vogliono colmare alcune di queste lacune:

  • Assessment of factors promoting variability in bottlenose dolphin whistles in the Mediterranean Sea. Un progetto in collaborazione con Università di Sassari (Italia - referente Giulia Ceccherelli), Nauta -rcs (Italia - referente Michele Manghi), Blue World Institute (Croazia - referente Nikolina Rako Gospic), Dolphin Biology and Conservation (Grecia - referenti Giovanni Bearzi e Silvia Bonizzoni).
  • Controllo e riduzione del rumore antropogenico nei Mari Italiani e mitigazione dei suoi effetti, che ha lo scopo di riunire enti di ricerca sul territorio nazionale per fornire supporto al piano di monitoraggio del rumore sottomarino (Indicatore 11 della Marine Strategy Framework Directive) per il quale il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha incaricato il CNR e il CoNiSMa.

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